martedì 24 maggio 2011

Di Vaio e gli altri 7 rossoblù hanno ancora il permesso invalidi

Da aprile, quando è scoppiato il caso, non risulta nessuna targa scollegata dai cinque pass coinvolti nell'indagine

Hanno ancora la targa delle loro auto legata a permessi handicap gli otto giocatori del Bologna di cui si occupa l’inchiesta della Procura e che ieri ha portato all’avviso di garanzia al capitano e cannoniere della squadra Marco Di Vaio per falso o truffa ai danni del Comune (per la vicenda delle multe annullate). Da aprile - quando è scoppiato il caso - ad oggi, nessuna targa risulta essere stata scollegata dai cinque pass per disabili coinvolti nell'indagine. Dunque nè Di Vaio nè gli altri calciatori si sarebbero posti lo scrupolo di rinunciare ad avere la targa dell'auto abbinata a uno di quei pass.
Il capitano è indagato per la vicenda delle 45 multe prese in centro a bordo della sua Porsche e annullate con altrettante richieste controfirmate dalla factotum della squadra rossoblù Marilena Molinari. Di Vaio risiede in centro ma per problemi di cambio d’auto e di ritardi nel rinnovo della residenza aveva preso quelle contravvenzioni. Per farsele togliere - secondo l’accusa - avrebbe dichiarato falsamente che stava accompagnando Molinari, la disabile a cui sono legate molte targhe dei giocatori rossoblù e che è indagata a sua volta per la questione delle multe.
Ma sia Di Vaio che Molinari, sentiti dal Procuratore aggiunto Valter Giovannini, avevano ammesso di non essere mai andati in auto insieme. L’annullamento delle multe, prese tra ottobre e dicembre 2010, è avvenuto a gennaio. Gli incartamenti per l’annullamento vennero portati da un uomo che disse di essere «l’autista», non si sa di chi, però. E 10 giorni prima degli annullamenti la targa della Porsche di Di Vaio è stata di nuovo collegata al permesso handicap della Molinari.
A parte Di Vaio (finito sul registro degli indagati non per la targa legata ai permessi ma per aver dichiarato il falso), per gli altri giocatori non c’è ipotesi di reato. Una sentenza della Cassazione ha chiarito che l’uso improprio dei permessi implica solo una sanzione amministrativa. Peraltro il difensore di Di Vaio, l’avvocato Guido Magnisi, sostiene che anche nel caso del bomber siamo nel campo dell’illecito amministrativo: «Crediamo che sia tutta da dimostrare la consapevolezza in capo a Di Vaio di essere partecipe di un reato, - aveva detto ieri - se di reato si tratta: la condotta, contestata in ipotesi accusatoria come violazione di norme penali, in realtà sembra essere oggetto di una specifica previsione normativa (art.188 Codice della Strada) che riconduce tutti i fatti nell’ambito, al più, di un mero illecito amministrativo. L’eventuale uso improprio dell’autorizzazione (utilizzo indebito di un regolare permesso invalidi altrui), se provato, secondo la giurisprudenza della Cassazione integrerebbe un mero illecito amministrativo non costituente reato».
Ma la Procura ha confermato l’ipotesi di accusa. Giovannini, che è anche portavoce della Procura, rispondendo ai giornalisti si è limitato a dire: «Si confermano le ipotesi di reato riportate nell’informazione di garanzia e, in ogni caso, la Procura come sempre non commenta pubblicamente, sotto il profilo giuridico, il proprio lavoro». Giovannini aveva già firmato sabato gli avvisi di garanzia destinati a Di Vaio e Molinari, ma la notifica è avvenuta solo ieri, a campionato finito.

24 maggio 2011

Edoardo Costa indagato per truffa ai danni dei bambini africani

I fondi erano stati donati a favore dei bambini dei Paesi poveri Edoardo Costa indagato per truffa ai danni dei bambini africani L'ex protagonista di «Vivere» si sarebbe appropriato di circa 570 mila euro versati in beneficenza .
MILANO - Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, in vista della richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti dell'attore Edoardo Costa, già protagonista della soap opera «Vivere». L'attore è accusato di truffa aggravata, appropriazione indebita, falso ideologico e materiale e uso di atto falso. Secondo il pm di Milano Bruna Albertini, si sarebbe appropriato di circa 570 mila euro versati in beneficenza alla associazione a favore dei bambini dei Paesi poveri da lui fondata, C.I.A.K.. Secondo la ricostruzione dei finanzieri, l'associazione benefica avrebbe destinato realmente allo scopo dichiarato solo una piccola percentuale del denaro raccolto: dei circa 650mila euro raccolti, solo 80mila sarebbero stati destinati all'assistenza dei bambini. Per gli investigatori la cifra raccolta potrebbe anche essere «molto superiore, poiché non è stato possibile quantificare tutto il denaro drenato nel corso dei vari eventi. Questo perché nella maggior parte dei casi la onlus raccoglieva denaro contante, di difficile tracciabilità».
I LIBRI FOTOGRAFICI - Sono stati inoltre sottoposti a sequestro 7.325 libri fotografici, relativi ai progetti benefici promossi dall'associazione, le cui spese di realizzazione sono state pagate utilizzando denaro proveniente dalle oblazioni di aziende o privati cittadini. L'attività investigativa è nata dopo alcuni servizi televisivi di «Striscia la Notizia» e «Italian Job», in cui si avanzavano dubbi sulle somme raccolte in occasione di eventi e serate di beneficenza. L'inchiesta, nata nel 2008 in seguito alle denunce andate in onda in tv, si riproponeva di verificare se le somme raccolte in occasione di eventi e serate di beneficenza, attraverso la C.I.A.K., l'associazione senza scopo di lucro, fondata e presieduta dallo stesso attore, fossero state effettivamente destinate alle attività progettuali pubblicizzate in favore di soggetti bisognosi: in particolare aiutare i bambini dei Paesi più poveri nel mondo, ai quali però secondo investigatori e inquirenti, sarebbe arrivato ben poco di questo denaro. Costa, che ora rischia il processo, è così indagato per truffa aggravata, appropriazione indebita, falso ideologico e materiale e uso di atto falso.
Redazione online
24 maggio 2011